Il valore che non pesa
In questi giorni sono andato a Milano per un convegno di Coaching.
Solito tragitto: Cremona–San Donato, parcheggio all’Autosilo, e poi giù nella metro.
Dovevo ricaricare la tessera.
In genere passo dal bar, ma ieri – non so perché – ho scelto la macchinetta.
Mentre inserisco i soldi, si avvicina una ragazza:
“Mi dai qualche moneta per fare colazione?”
Ci ho pensato un secondo.
La mia risposta, anni fa, sarebbe stata un “no” educato ma secco.
Stavolta no.
Ho preso il resto, senza nemmeno guardare quanto fosse, e gliel’ho dato.
Lei guarda la moneta, fa una smorfia:
“Solo 10 centesimi? Con questi non ci faccio niente!”
Sono rimasto lì, con un misto di stupore e amarezza.
Ho provato a spiegare che quello era il resto e quello avevo, ma niente da fare.
Mi sono allontanato. In silenzio.
Con quella sensazione che ti lascia una buona intenzione… fraintesa.
In metropolitana ho cominciato a pensare.
Quante volte succede così?
Offri qualcosa – un gesto, una parola, un consiglio –
e ti scontri con uno sguardo deluso, un giudizio, un “non è abbastanza”.
Nel coaching, ma anche nella vita.
Diamo, e ci aspettiamo qualcosa in cambio: un grazie, un sorriso, almeno un po’ di accoglienza.
Ma non sempre succede.
E allora mi chiedo:
dare, anche se poco… ha comunque valore?
Siamo capaci di ricevere davvero, senza misurare?
Cosa facciamo quando il nostro “meglio” non viene accolto?
Il Coaching, per me, è anche questo:
imparare a dare senza attaccamento,
e a ricevere senza pretese.
Quella ragazza, forse senza volerlo, mi ha lasciato una lezione.
E anche oggi, con queste righe, la lascio a te.
Ti è mai successo qualcosa di simile?
Hai mai dato… e non è bastato?
Raccontamelo, se ti va.
Io sono qui.
—
Diego
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