Quando ti perdi… e trovi qualcosa in più
Volevo farmi un regalo: un viaggio in scooter, solo io e la strada. Partenza da Cremona, destinazione Chiavari.
All’andata ho scelto la Val d’Aveto, una strada poco battuta ma piena di promesse. Curve morbide, boschi profondi, borghi fermi nel tempo.
Un’andatura lenta, quasi meditativa. E poi il mare, Chiavari, il pranzo di pesce: tutto perfetto.
Ma il vero regalo è arrivato al ritorno.
Navigatore impostato, passo di Cento Croci. Tutto sotto controllo. Finché, all’improvviso… mi sono perso.
Una svolta mancata? Un segnale poco chiaro? Non lo so. Ma la direzione è cambiata, e con lei tutto il resto.
Il primo impulso? “Torna sulla strada giusta.”
Il secondo? “Aspetta. Guarda dove sei.”
Ero finito su una strada secondaria, dimenticata. Eppure bellissima.
Un paesaggio fuori dai piani. Un silenzio nuovo, più profondo. Una sensazione diversa: quella di essere esattamente dove non volevo… ma forse dove dovevo.
A volte non è il percorso che scegli tu a cambiarti. È quello che ti sceglie.
E proprio lì, nel disorientamento, può nascere qualcosa di più vero.
Perdersi non è sempre un errore. A volte è un invito.
A rallentare. A osservare. A chiederti:
“Sto davvero tornando dove voglio tornare?”
Sono rientrato a casa, sì. Ma con uno sguardo nuovo.
Quel tratto “sbagliato” mi ha lasciato consapevolezza, domande e gratitudine.
Nel coaching, come nella vita, smarrirsi è spesso il primo passo verso qualcosa di più autentico.
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