Nulla cresce all’ombra della grande quercia
Oggi ho partecipato a un convegno a Milano, legato al progetto Milano-Cortina 2026.
Si parlava di sport, Olimpiadi e soprattutto di quanto conti la mente – forse più del corpo – nella preparazione di un atleta. Un tema che, da Coach, sento profondamente mio.
Durante la pausa pranzo, tra un panino alla bresaola e una birra media bella fresca (sì, ogni tanto ci sta!), incontro un amico e collega Coach. Di quelle coincidenze che, inaspettatamente, ti cambiano la giornata.
Abbiamo chiacchierato a lungo: coaching, sport, esperienze, sogni… e anche qualche verità scomoda.
A un certo punto, lui mi guarda e mi dice una frase che mi si è piantata dentro:
“Nulla cresce all’ombra della grande quercia.”
Boom.
Una di quelle frasi che non senti solo con le orecchie, ma con la pancia.
Mi è rimasta addosso per tutto il pomeriggio.
Perché, se ci pensi, quante volte ci troviamo all’ombra di qualcuno?
Un capo, un genitore, un partner, un collega, un mentore…
Che magari ci sostiene, ci protegge, ci guida. Ma che – senza volerlo – ci toglie luce, aria, spazio.
Oppure: quante volte siamo noi quella quercia?
Presenti, solidi, generosi… ma così grandi da impedire a chi ci sta intorno di crescere davvero?
Questa frase mi ha ricordato che per far fiorire qualcuno (o qualcosa), a volte serve fare un passo indietro. Lasciare spazio. Rinunciare al controllo.
Lo vedo nello sport, lo vivo nel coaching, lo riconosco nelle relazioni personali.
E oggi voglio condividerlo con te.
Con una domanda semplice:
Tu cosa pensi quando leggi questa frase?
Hai mai vissuto all’ombra di qualcuno… o sei mai stato tu la quercia?
Se ti va, raccontamelo.
Sono curioso di ascoltare la tua esperienza.
A presto,
Diego
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